Sagre & Profane parte in questo autunno 2007 e vuole indicare, già nel titolo, la trasversalità che percorre l'intera gamma degli eventi autunnali che si svolgono ai Castelli Romani. Una lettura forse un po' azzardata, perché non c'è traccia di un disegno preordinato nella programmazione che comuni, associazioni, enti privati e pubblici hanno messo in atto ognuno per proprio conto secondo un costume consolidato, spesso criticato, ma difficile da sradicare. Appunto per questo si è costituito, con il coordinamento del Consorzio SBCR, un Tavolo della cultura che fa incontrare periodicamente questi soggetti con l'obiettivo di superare proprio l' estemporaneità della programmazione, a favore di progetti d'area che facciano crescere la qualità dell'offerta e la forza attrattiva del territorio. E proprio analizzando la molteplicità delle iniziative in campo, è risultato evidente come esse abbiano dei temi comuni dentro i quali tutto ciò che accade ai Castelli Romani può essere in qualche modo ricondotto. Questi temi sono: il cibo, il bosco, la religione, lo sport e la cultura. Per esempio, le arcinote sagre enogastronimiche significano cibo (uva, vino, pane, castagne), quindi vigneti, colline e boschi. Ma il bosco vuol dire: specie arboree e animali, sentieri, anche sentieri antichi dove Latini e Romani hanno costruito templi, anfiteatri e dimore. Allora il bosco vuol dire anche storia, riti pagani e religiosi, come quelli che si celebrano in ogni paese dei Castelli Romani nel periodo della vendemmia o per il Santo patrono della città . Feste patronali ricche di manifestazioni sportive, concerti e spettacoli folcloristici.
Se tutto questo è vero, l'idea che nasce spontanea è quella di mettere a sistema, potenziandone reciprocamente il valore, ciò che fino ad oggi è stato oggetto di interventi settoriali: un'operazione questa che non nasce a freddo, dall'applicazione di schemi teorici mutuati dalla letteratura economica. Ammesso che l'economia della cultura ci abbia messo lo zampino, ci piace pensare e ne siamo convinti che una lettura siffatta poteva nascere solo da chi dentro questi territori ci vive e con fatica cerca di non perderne il senso, la storia, le tracce della loro memoria, da chi mette a disposizione conoscenze, competenze, saperi perchè il capitale di beni e risorse di cui l'area dispone possa realmente essere messo in valore, avviando processi innovativi di crescita che non deturpi, che non consumi, che guardi veramente ad futuro sostenibile.
Raccogliendo dunque gli eventi dentro quattro grandi aree tematiche, alle quali sono state attribuiti i seguenti titoli: I sapori della terra, I piaceri del bosco, I miti e i riti, L'arena e il teatro, e operando, dove occorre, con qualche piccolo lavoro di ricucitura, Sagre e profane vuole per ora offrire a residenti, villeggianti, romani dei weekend un panorama stimolante dei tanti modi di vivere e conoscere i Castelli romani, per quello che sono oggi e per quanto nei secoli ha prodotto l'intreccio complesso di cultura e natura, ancora ben visibile, se la si sa leggere tra le tante sovrapposizioni e le colpevoli incurie di chi non sa amare i propri luoghi magari solo perché non li conosce.
Facile parlare di storia, della nostra storia gloriosa e dalle lontanissime origini con chi ne è cultore e appassionato, con chi sa emozionarsi di fronte ad un "coccetto" od ad un resto di un'improbabile villa romana (anche quando i suoi contorni sono sommersi da incolta vegetazione), più difficile con chi è privo di tale background culturale; eppure sappiamo quanto sia possibile ripartire proprio di lì, da ciò che abbiamo quotidianamente sotto gli occhi e non vediamo, per rimpossessarsi di quei beni che abbiamo lasciato ci sottraessero, impoverendoli nei contenuti, semplificando, riducendo tutto a consumo.
E allora le sagre, simbolo per anni di quella cultura "con la c minuscola", riservate a godimenti semplici e superficiali, le più conosciute quelle del vino e del pane, possono riacquistare un senso diverso, se partecipare a quelle feste significherà ripercorrere con consapevolezza nuova le strade, i percorsi, i mille sentieri che ci portano al vino e al pane e essere capaci di apprezzare, anche solo intuendo, l'enorme mole di saperi, competenze, piccoli quotidiani atti d'amore che sottendono tali specifiche produzioni: e allora il vino non sarà più solo quel bicchiere o più bicchieri tracannati in fraschetta, che soddisfa un palato incapace di distinguerne l'origine e la fattura, nello stesso modo in cui ignora del pane, di cui abbondantemente si serve, provenienza e lavorazione.
In Sagre e profane le feste tradizionali sono dunque inserite in percorsi più complessi che legano le produzioni ai territori e ai loro produttori, ai luoghi deputati alla loro degustazione commercializzazione, territori che tornano ad essere un dispositivo fondamentale, una risorsa capace di generare valore. Sagre & Profane ha l'ambizione di rispondere ad un'esigenza diffusa nel pubblico di visitatori, turisti, cittadini pronti a partecipare, ma più esigenti, alla ricerca di emozioni, suggestioni, esperienze forti di arricchimento e conoscenza.
Sagre & Profane
Suggestioni d'autunno ai Castelli Romani
Per la rubrica
Primo piano
- Numero 65 settembre 2007