Vivavoce - Rivista d'area dei Castelli Romani

RIVISTA D'AREA DEI CASTELLI ROMANI

Sagre & Profane

La cultura dei saperi

Lungo i sentieri della nostra storia

Anche se oggi i Castelli Romani sono famosi soprattutto per le loro produzioni enogastronomiche, c'era un tempo in cui i più grandi artisti europei, che visitarono questo territorio durante il cosiddetto "Gran Tour", ne apprezzavano un'altra caratteristica, forse unica al mondo: innumerevoli siti archeologici, a testimonianza delle antiche civiltà, disseminati lungo i sentieri, nei boschi della caldera vulcanica. Scriveva per esempio Goethe: "..ad ogni passo, si offre al disegnatore dei soggetti stupendi. Il panorama è sterminato, qui si trova sempre qualcosa di nuovo e di seducente". Mentre Stendhal, riferendosi al bosco della Faiola, scriveva: "...tutti i viaggiatori vi diranno che è il posto più bello di quella stupenda Campagna romana, il cui fosco aspetto sembra fatto a posta per la tragedia".
Le fertili colline dei Colli Albani, ricche di vegetazione ma, soprattutto, di acqua, sono state popolate dall'uomo già nella lontana preistoria. Il clima temperato, la ricchezza di flora e di fauna del territorio fecero sì che su questo territorio sorsero numerosissimi villaggi, spesso semplici aggregati di poche capanne, che, ben presto, si estesero in tutto il Lazio e assunsero i caratteri di una nuova civiltà, la Civiltà Laziale. La sua gente prese il nome di Latini e comprendeva trenta comunità i cui villaggi arrivavano sino al mare. Testimonianza delle loro capacità sono i grandi santuari (templi di Giunone Sopita a Lanuvio, di Giove Laziale sul Monte Cavo e di Diana Nemorense sul Lago di Nemi) che passarono con tutta la loro sacralità ai Romani. Gli storici, come Tito Livio, si sono premurati di tramandarci la sconfitta e l'annessione dei Latini da parte di Roma. Sotto l'Urbe, i Colli Albani divennero una terra ricca di agricoltura, luogo di riposo e soggiorno dove costruirono le loro residenze di campagna, in alcuni casi erano vere e proprie regge, imperatori, consoli e le più importanti famiglie patrizie di Roma. Questa, in estrema sintesi, la storia dell'origine della comunità dei Castelli Romani; ma c'è un'altra storia, forse ancor più affascinante, ed è la storia di un territorio formatosi dal susseguirsi di diverse fasi nell'attività dell'antico Vulcano Laziale, iniziata attorno a 700.000 anni fa e che sono ben evidenti ancor oggi. Il fertile suolo vulcanico diede origine, unitamente ad un clima alquanto umido, a grandi foreste di faggio che sino al XVIII secolo coprivano, assieme a boschi misti e cerrete, gran parte del rilievo. Oggi permangono, a testimonianza delle foreste originarie, in gran parte sostituite da castagneti, elementi arborei o arbustivi sparsi tra i castagni stessi. Tra essi l'agrifoglio, il tiglio, il nocciolo, l'acero campestre, il carpino nero, nonché un popolamento di faggio presso Monte Cavo. Oggi questo territorio è all'interno del Parco Regionale dei Castelli Romani che si estende su un'area di circa 9.500 ettari nei territori di 15 comuni dei Colli Albani. Il territorio del Parco è ricco di ambienti molto diversificati: fertili colline occupate da vigneti ed oliveti, aree montane ricoperte da fitti boschi di castagno, due laghi e numerose aree archeologiche di rilevante interesse.
Passeggiando o facendo jogging lungo i sentieri dei Colli Albani ci si accorge, passo dopo passo, di questo legame, quasi indissolubile, tra cultura e natura.
Allora perchè non coniugare l'escursionismo con l'archeologia? E' sicuramente un modo piacevole e sano per conoscere e valorizzare quel patrimonio archeologico. Il mio percorso preferito è il Sentiero dei due conventi che unisce il Convento dei Cappuccini con quello di Palazzolo. Un itinerario che rappresenta senza dubbio uno dei più affascinanti dei Colli Albani; non solo per la bellezza del paesaggio, ma anche per la testimonianza delle vicende storiche che nel corso dei secoli hanno attraversato questi luoghi, ad iniziare dalla mitica Albalonga. Il percorso si snoda lungo il versante sud del Lago Albano che, grazie alla morfologia molto ripida, ha ostacolato quelle modificazioni al paesaggio vegetale che hanno interessato un po' tutti i boschi dei Colli Albani. Lungo il sentiero si può ammirare l'antico acquedotto in opus reticolatum che alimentava i Cisternoni e la Villa di Domiziano, l'antico Romitorio S Angelo in Lacu (quota 430 m.) abitato sin al 1660 dai padri Guglielmini e poi diventato covo di briganti e il sepolcro rupestre, attribuito al console Gneo Cornelio Scipione Hispano morto nel 176 a.C. per i postumi di una caduta sulla via di ritorno dal Mons Albanus (Monte Cavo).
Il sentiero più ricco di storia è invece il Sentiero della Via Sacra, l'antica Via Trionfale ancora in ottimo stato di conservazione, che, attraverso il fitto bosco di Monte Cavo, veniva percorsa in pellegrinaggio per raggiungere il Santuario di Iuppiter Latialis (Giove Laziale), poco sopra Rocca di Papa. La strada, tutta lastricata con basoli di selce, in origine partiva da Ariccia, seguiva la sponda est del Lago Albano, toccava Palazzolo e quindi saliva fin sulla cima del Monte Cavo.
Altri itinerari ricchi di testimonianze delle antiche civiltà laziali sono il Sentiero del lago Albano - tra Ninfei, porticcioli romani e il famoso Emissario costruito dai Romani nel 398 a.C., così come il Sentiero del lago di Nemi, con i resti del Tempio di Diana ed il Museo delle navi di Caligola, e il Sentiero del Tuscolo archeologico, tra le rovine della mitica Tusculum. Ci sono poi alcuni sentieri, di una bellezza paesaggistica unica, molto noti tra gli appassionati escursionisti della zona, come il Sentiero delle Fonti dell'Artemisio, del Maschio dell'Ariano, dei Monti della Faete e dei Monti Tuscolani.
Per conoscerli, per chi non li avesse mai percorsi, una buona occasione si presenta proprio in questi giorni d'autunno in cui nell'ambito della manifestazione Sagre e profane alcune associazioni, che hanno nella loro mission la tutela e la valorizzazione del territorio, si propongono come guide lungo questi antichi sentieri ( per gli appuntamenti, le specifiche dei percorsi, i contatti per le prenotazioni rinviamo al sito e all'opuscolo dedicato a Sagre e profane)
In alternativa, o in attesa di un ulteriore occasione, potete leggere i prossimi numeri di VivaVoce sui quali, ogni mese, proverò a descrivervi un itinerario, soffermandomi sui siti archeologici e sulle principali specie arboree ed arbustive della flora che s'incontrano lungo questi sentieri. Un viaggio storico - naturalistico attraverso i siti archeologici e gli itinerari paesaggistici più affascinanti dei Castelli Romani.

Per la rubrica Sagre & Profane - Numero 65 settembre 2007