Totò è l'agente di polizia Antonio Caccavallo. Durante una retata a Villa Borghese arresta erroneamente Carolina (Anna Maria Ferrero), scambiandola per una prostituta. La giovane, che è fuggita dal paese natio, ha tentato il suicidio ingerendo barbiturici e Caccavallo viene incaricato di sorvegliarla e ricondurla al paese d'origine. Durante il viaggio l'agente ha modo di approfondire la conoscenza della ragazza e scoprire le motivazioni che si nascondono dietro il disperato gesto: Carolina è una povera orfana che il fidanzato ha sedotto e abbandonato con un figlio in grembo. Tra tentativi di fughe e vicissitudini varie, Caccavallo proverà a "sbarazzarsi" di lei..., ma non sarà facile.
Diretto da Mario Monicelli alla prima regia solista, Totò e Carolina è stato uno dei film più bersagliati dalla censura nella storia del cinema italiano. Accusato di vilipendio alla religione, di offesa alla morale, al buon costume e alla pubblica decenza, al decoro e al prestigio dei funzionari e degli agenti di forza pubblica, fu bloccato per quasi due anni. Le accuse mosse sembrano oggi assolutamente sproporzionate ma, nel clima bigotto e conformista dell'Italia dell'epoca, accentuato dalla violenta campagna moralizzatrice seguita allo scandalo Montesi, uno dei più clamorosi casi di cronaca nera del dopoguerra, un film che raccontava di un poliziotto maldestro, di una "ragazza madre" aspirante suicida (la figura di Carolina poteva peraltro richiamare vagamente la bella Wilma Montesi, ritrovata cadavere sul lido di Ostia), di un parroco pavido e insensibile e di compagni comunisti che alla fine sono i soli a dare una mano all'agente e alla ragazza, era considerato troppo estremista e sovversivo.
Realizzato tra l'ottobre del 1953 e il gennaio del 1954 tra Viterbo, Roma e provincia (in particolare Fiano Romano e Monterotondo), il film conta diverse sequenze girate anche ai Castelli Romani. Alcune scene di campagna, con Totò e Carolina a bordo della Jeep d'ordinanza, furono riprese sull'Appia Nuova e sulla Nettunense. Riconosciamo infatti il tratto dell'Appia in località Frattocchie e l'Abbazia dei Frati Trappisti davanti alla quale sfreccia la Jeep. Quando Totò ferma l'auto per chiedere informazioni ad un passante è chiaramente visibile alle sue spalle il cancello d'ingresso del convento. Durante il viaggio Totò e Carolina percorrono anche la Nettunense, passando da Cecchina. La jeep si ferma davanti al bivio tra la Nettunense e via Italia, proprio davanti alla Parrocchia San Filippo Neri, di cui si intravede la facciata. Nel controcampo riconosciamo invece la via Nettunense verso il centro di Cecchina, con i piccoli negozietti di quegli anni.
Il film esce nelle sale solo nella primavera del 1955 profondamente mutilato rispetto alla versione originaria. La produzione è costretta anche a mettere, subito dopo i titoli di testa, un'epigrafe che ribadisce come il film e il personaggio di Totò appartengano al mondo della fantasia e come gli eventi narrati non abbiano in alcun modo riferimenti alla realtà e tanto meno intacchino il rispetto per le forze dell'ordine. Nonostante i tagli (sembra 38, per un totale di una ventina di minuti) e le svariate modifiche nei dialoghi che rendono poco chiari alcuni snodi della trama, il film funziona ed è ricco di argute annotazioni sociali e di costume. È anche una delle prime e delle poche pellicole interpretate da Totò in cui la vena comica, che pure non manca (su tutte ricordiamo la battuta di Totò che, mentre sorpassa un camion carico di comunisti e bandiere rosse che viaggia al centro della carreggiata, grida: «Buttatevi a destra!»), si mescola a momenti drammatici e malinconici che finiscono per essere predominanti. Forse ancor più che in Guardie e ladri (1951), qui la maschera di Totò si umanizza, si svincola dalla comicità assurda e surreale che aveva caratterizzato i film precedenti, agganciandosi alla realtà e diventando personaggio a tutto tondo.
Alla Festa del Cinema di Roma il 23 ottobre scorso è stata presentata in anteprima assoluta la versione originale del film, con il recupero di decine di tagli di censura. Presto, quindi, il "director's cut" di Totò e Carolina sarà finalmente disponibile in dvd.
Totò e Carolina (1955)
L’Appia e la Nettunense, Frattocchie e l’Abbazia dei Frati Trappisti, Cecchina e la Parrocchia San Filippo Neri nel più censurato dei film di Totò
Per la rubrica
Cinema
- Numero 66 novembre 2007