Vivavoce - Rivista d'area dei Castelli Romani

RIVISTA D'AREA DEI CASTELLI ROMANI

Beni ambientali

Cose mai viste

Le visite guidate del Parco Regionale dei Castelli Romani

Pubblichiamo con piacere l'articolo del Direttore del Parco dei Castelli Romani, non solo per dare conto, come è nella linea editoriale della nostra rivista, delle iniziative che aiutano un territorio a conoscersi e a farsi conoscere, ma anche perché ci piace sottolineare l' idemsentire che avvicina il Consorzio SBCR al Parco sia nell'obiettivo comune di salvaguardia e valorizzazione del territorio, che nelle modalità scelte per raggiungere tali finalità.

 

Cose mai viste è il titolo del programma di visite guidate del Parco dei Castelli Romani della prossima primavera. Con questo titolo già dall'autunno scorso il Parco aveva inaugurato una nuova stagione di proposte culturali, basate sulla conoscenza del territorio. Dal 24 febbraio al 13 luglio ci saranno un centinaio di visite ed escursioni (http://www.cose-mai-viste.it). È stato stampato un opuscolo in cui si possono scorrere le date e i titoli delle iniziative. L'indice tematico racchiude: - il trekking urbano: passeggiate nei centri storici con qualche puntata nei musei archeologici di Lanuvio e Albano; - le passeggiate d'autore e culturali, il cui filo conduttore non sono solamente i luoghi, ma anche le stratificazioni culturali e la fascinazione narrativa che potrà essere suscitata da autori che hanno scritto, studiato o indagato il territorio e le sue molteplici implicazioni, e che si presteranno a fare da guida; ci sono poi alcune proposte più segnatamente sportive, alcune iniziative in notturna, con passeggiate per vedere le stelle e scoprire luoghi ad ore insolite. Altre proposte vogliono assecondare altri sensi oltre la vista, scoprire odori e profumi del bosco, sentire la morbidezza del muschio, l'umido di una corteccia, il verso di alcuni uccelli. Calarci dentro la terra, forse per addentrarci nell'emissario di un lago. Ci sono degli incontri per la pittura all'aperto, magari per riprendere in un acquerello i colori di un germano reale. Il bird watching potrà appagare l'interesse di curiosi e appassionati e far scoprire presenze a volte inaspettate.
La parte principale delle visite è rappresentata comunque dalle più classiche escursioni naturalistiche, paesaggistiche, archeologiche. In questo caso il territorio potrà essere percorso in lungo e in largo, alla scoperta dei segni della genesi geologica vulcanica, fino al significato della presenza di un bosco, una collina, un albero, le acque, i laghi, i panorami, la storia e le origini delle nostre terre. Per chi prediliga un taglio appena un po' più sportivo, alcune proposte prevedono l'uso di bici da montagna, altre grandi traversate di almeno una decina di chilometri a piedi, da una parte all'altra dei Castelli Romani. Percorsi su antichi tracciati o sentieri nei boschi, che facciano assaporare paesaggi a un ritmo lento, scoprendo dettagli che possono sfuggire nei frettolosi spostamenti in macchina.
Le visite sono gratuite; le entrate ai musei o alle aree archeologiche a pagamento (il costo è indicato). Eventuali pranzi o ristori possono anch'essi essere a pagamento. Le visite sono state organizzate in collaborazione con molte associazioni territoriali: quasi una ventina, praticamente tutte quelle che hanno formulato proposte rispondendo al bando del Parco di novembre scorso. Ha collaborato anche l'Irvit (Istituto Regionale Ville Tuscolane).
Il Parco, oltre alle visite guidate, ha organizzato anche un concorso fotografico e un concorso letterario. Riguardano ovviamente tematiche ambientali, sono aperti a tutti, e indicati in particolare per gli studenti. Per tutti i dettagli si può dare uno sguardo al sito del parco www.parcocastelliromani.it.

 

CONOSCERE IL TERRITORIO SIGNIFICA AMARLO, AMARLO SIGNIFICA TUTELARLO

 

Un calendario così fitto potrebbe apparire sovrabbondante, ma al Parco, già dall'autunno scorso, ci siamo resi conto che in un territorio tanto antropizzato e soprattutto con Roma così vicina, la domanda di partecipazione alle visite guidate è alta, a volte tanto alta da risultare sorprendente. Le persone vogliono essere informate, sapere, conoscere, pongono domande e quesiti, spesso tanto più imbarazzanti quanto sono semplici. E allora il discorso dalla descrizione dei luoghi si sposta sui problemi, sulla gestione del territorio, sulle strategie di fondo, sulla percezione culturale delle grandi scelte. Si alimenta così il senso di identità, il coinvolgimento fatto di appartenenza e radicamento territoriale. Il termometro di tutto sono spesso le domande dei bambini più piccoli, che svelano la bellezza come distillato di una osservazione, ma anche le nefandezze di comportamenti poco edificanti.
Alla fine di una passeggiata rimane una stretta di mano, un ringraziamento reciproco, qualche scambio di telefoni, la propensione a tornare... Spesso rimane anche un'esigenza alla tutela che sarà rafforzata in qualche altro cittadino, sensibile e attento, che si aggiungerà ai tanti che vogliono un ambiente più sano, un paesaggio integro, difendere il bello. Tutti concetti quasi afisici, astratti, che possono sembrare aggettivi indefiniti, immisurabili, lontani dalle codificazioni della nostra vita.
Eppure, solo così sarà possibile ritrovare un codice perché l'uomo torni a sentirsi parte di un meccanismo, di una biodiversità, fisica e culturale, nella quale il primato non sia gerarchicamente antropocentrico, ma che tuttavia metta l'uomo al centro del proprio universo perché lo ha saputo apprezzare e rispettare.
Le visite guidate si fanno anche per questo.

Per la rubrica Beni ambientali - Numero 69 marzo 2008