Vivavoce - Rivista d'area dei Castelli Romani

RIVISTA D'AREA DEI CASTELLI ROMANI

Arte

Castelli in letargo

Oasi di pace, bellezza e storia, i Castelli sono e sono stati inconsapevole culla, meta e rifugio di numerosi artisti, alcuni di notevole talento e di fama internazionale. Tuttavia, questo meraviglioso pachiderma sembra oggi in letargo, a dispetto di paeselli più nascosti e distanti dalla capitale ma ben più vivi culturalmente.
Testimonianze di età repubblicano-imperiale, affascinanti contaminazioni medievali, rare stratificazioni pittoriche paleocristiane, altomedievali, romanico-gotiche, frammenti musivi parietali e pavimentali affioranti sia in angusti complessi catacombali che nelle umide chiesette dei Castelli documentano le presenze importanti che si sono succedute in questi luoghi.
È veramente impossibile ignorare le numerose personalità che si sono inerpicate su questi sentieri in cerca d'ispirazione.
L'impronta più profonda e fresca che vi ha lasciato la storia è barocca, berniniana, non solo per quanto concerne isolati monumenti, palazzi, fontane, ma soprattutto per i considerevoli interventi urbanistici, più evidenti nel tridente di Albano, nella piazza di Ariccia antistante Palazzo Chigi, a Castel Gandolfo.
A tutto ciò va aggiunto il ricco patrimonio pittorico dei viaggiatori di età neoclassica e romantica. Non a caso uno dei premi più ambiti per un artista era ed è tuttora, in Francia, il famoso "Prix de Rome". Un maestro poteva considerarsi veramente completo solo dopo lo studio dal vero di reperti greco-romani e di opere rinascimentali, di cui pullulano capitale e dintorni.
La nuova "Scuola d'Atene" era un museo vivente di tutt'Europa fin dai tempi di Raffaello Sanzio e Giulio II.
Spinti dalla sete di documentazioni più rare ed originali, oltre che dalle belle villane, sono giunti, in questi luoghi, maestri più o meno noti: da Gaspar van Wittel a Giovan Battista Piranesi, da Volfango Goethe a Johann F. Overbeck, August Riedel, Julius Schnorr von Carosfeld, Horace Vernet, Bertel Thorvaldsen, Rudolph Shadow, Enrico Coleman, figlio del più noto Charls, Onorato Carlandi, Giulio Aristide Sartorio, Duilio Cambellotti e tanti altri.
Gli ospiti contemporanei che hanno conferito una Stimmung ai Castelli sono infine Manzù, Umberto Mastroianni, Goffredo Verginelli, Costantino Baldino, Francesco Cervelli, Paolo Monti, Roberto Pace, Anna Onesti, Armanda Negri, Junkyu Muto, Giorgio Galli, Claudio Marini, Paolo Marazzi, Francesco Pernice, Giulio Ceraldi, Lamberto Limiti, Carlo Marchetti e tanti ancora.
A questo punto è d'obbligo chiedersi come mai in questo vastissimo territorio che si sviluppa da Ciampino a Velletri non esista una galleria comunale che evidenzi queste importanti presenze.
Non vanno certo ignorate l'iniziativa di "Doppio Verso" o le valide retrospettive svoltesi presso le Scuderie Aldobrandini di Frascati, le interessanti proposte della D'AC di Ciampino e, nell'ambito delle arti complementari, di Casale dei Monaci.
Anche nel contesto della tradizionale manifestazione dell' "Infiorata" di Genzano sono giunte maestranze di rilievo, al punto da favorire la nascita del piccolo museo o galleria di arte contemporanea.
Adesso soltanto a Frascati, sia pure a rilento, si perpetua una sorta di dialogo con l'autore, per il resto tutto tace, tanto da far invidiare la tenacia e la serietà del CIAC del piccolo paesino di Genazzano. Il centro internazionale per l'arte contemporanea perpetua proposte culturali sempre di alto livello, senza mai cadere nei tranelli dell'improvvisazione, di eccentriche mode e tendenze estreme, spesso sorde e prive di risonanza sul versante delle arti, di una moderna estetica, di una colta fruizione.
Sarebbe ora di svegliare dal torpore questi luoghi, di trasformare uno dei tanti fatiscenti edifici vuoti come fantasmi, in una sede appropriata per l'attuazione di un progetto culturale duraturo.
Palazzo Pamphili ad Albano per esempio, o palazzo Sforza Cesarini a Genzano, potrebbero sostenere il ruolo di galleria d'arte contemporanea.
Un edificio importante potrebbe favorire una continuità storica, mescolare antiche testimonianze alla creatività di oggi, snodare i suoi ambienti in un percorso espositivo museale permanente e in annessi spazi polivalenti.
Il patrimonio culturale di valore inestimabile c'è, esiste. Va svelato in adeguate sedi. Si spera presto.

Per la rubrica Arte - Numero 70 aprile 2008