Vivavoce - Rivista d'area dei Castelli Romani

RIVISTA D'AREA DEI CASTELLI ROMANI

Arte

LA QUESTIONE DEGLI SPAZI

quando la creatività aggiunge a necessità virtù

Si tratta di una questione molto importante: la condizione esistenziale degli artisti è strettamente correlata alla situazione degli spazi destinati alle attività espositive, ma anche la produzione - i suoi modi, la sua specificità, la sua qualità e quantità - si realizza in base alla quantità e qualità di spazi e non solo naturalmente fisici.
Quindi la riflessione sugli spazi e le strutture disponibili sul territorio è assolutamente necessaria e ci permette di avvicinare la complessità delle questioni che l'arte, soprattutto contemporanea, pone.
Gli spazi per l'arte, analizzando l'intero periodo storico, sono sempre stati spazi in qualche maniera pubblici e riflettevano il valore etico e sociale che la comunità affidava agli artisti.
Quindi gli spazi della città, esterni ed interni, piazze,vie, facciate, crocicchi, mura, portici e sale dei palazzi, castelli, municipi, teatri, tribunali, scuole e chiese; tutto era degno e adatto, utili supporti per esprimersi, insegnare ed informare.
È solo da qualche decennio che l'arte è prevalentemente collocata in anguste pareti di dimore private.
Si può pensare di rendere adatti e di pregio spazi e supporti atipici, inconsueti?
Altri su questa rivista daranno risposte e proporranno materiali di riflessione; personalmente credo che non solo sia possibile ma per certi aspetti ed in certe condizioni necessario. A tale proposito presentiamo un progetto del SBCR innovativo e simbolico.
Il Sistema Bibliotecario del Castelli Romani sta realizzando una serie di oggetti multimediali da distribuire sul territorio. Si tratta di "totem", alti circa una persona adulta, con apparecchiature elettroniche multimediali che daranno informazioni sempre aggiornate su quanto si va realizzando in campo culturale, artistico, dello spettacolo, dell'accoglienza e notizie di carattere istituzionale. Informazioni utili agli abitanti del territorio ma anche ai suoi visitatori.
La Fondazione "Il Campo dell'Arte" ha proposto, trovando disponibilità ed attenzione, di aggiungere valore creativo a questi oggetti, già pregevolmente disegnati, proprio per un recupero di nuovi spazi per l'arte anche se di tipo residuale e marginale.
Questa condizione, apparentemente di secondo piano, assume a mio avviso un forte valore sociale per la sua dichiarata volontà di allargare maggiormente le possibilità di contatto con settori e persone poco permeabili; iniziare quindi a veicolare valori estetici e artistici fin dalla presenza stessa dell'oggetto-totem in luoghi atipici come bar, ristoranti, stazioni ferroviarie e di bus, grandi magazzini e supermercati ecc.
Un gruppo di artisti, in qualche modo vicini al territorio, è stato chiamato a realizzare questo progetto e proporre, con alcuni bozzetti, la loro interpretazione.
La "pelle" quindi di questi oggetti viene considerata adatta ad esprimere arte e creatività e dare quindi ancora maggior valore al progetto. E gli spazi, altrettanto atipici che accoglieranno i "totem", utili a realizzare una comunicazione efficace proprio perché esterna ai normali e codificati canali.
Questo tipo di operazione, in qualche modo sperimentale, nasce da una nuova sensibilità e disponibilità che il mondo della cultura e dell'arte di oggi in particolare dimostrano. Vogliamo quindi ringraziare il gruppo di artisti che sta collaborando a questo progetto ed è nostra intenzione approfondire in seguito la loro conoscenza esponendo i loro progetti e bozzetti.

Per la rubrica Arte - Numero 72 giugno 2008