Vivavoce - Rivista d'area dei Castelli Romani

RIVISTA D'AREA DEI CASTELLI ROMANI

Multicultura

Ma dove andiamo? Da nessuna parte solo più lontano

Sulla letteratura italiana della migrazione

A partire dagli ultimi vent'anni abbiamo assistito in Italia alla nascita di un nuovo filone letterario, prodotto nel nostro paese e scritto in italiano, ma ad opera di scrittori immigrati provenienti da ogni parte del mondo.
La figura dello "scrittore migrante" è sempre esistita, ma oggi ha assunto caratteristiche nuove all'interno del fenomeno della grande migrazione planetaria. I letterati che giungevano nel nostro paese in passato erano prevalentemente singole persone - ad eccezione degli scrittori in fuga da regimi totalitari e dalle persecuzioni razziali - che si spostavano all'interno dell'Europa, già famosi nel loro paese d'origine e spesso conosciuti anche all'estero. Gli scrittori migranti attuali che sono arrivati e continuano ad arrivare in Italia, fanno parte di consistenti flussi migratori di uomini e donne in cerca di lavoro provenienti dall'Europa, dall'Africa, dal Medio Oriente, dall'Asia e dal Sud America e nella maggior parte dei casi hanno avuto solo qualche esperienza in ambito letterario nel loro paese d'origine e sono maturati come scrittori dopo essersi stabiliti nel nostro paese e aver appreso direttamente qui l'italiano.
Il quadro dell'immigrazione in Italia è differente rispetto a quello di altre nazioni europee come la Francia, l'Inghilterra, la Spagna, la Germania, che hanno avuto un passato coloniale ed hanno impiantato stabilmente la propria lingua nei paesi colonizzati. Il nostro paese, avendo avuto un colonialismo molto più limitato nel tempo e nello spazio, non ha creato comunità italofone permanenti nelle sue colonie somale, eritree e libiche. Gran parte dell' immigrazione in Italia non è legata quindi a paesi precedentemente colonizzati e questo spiega sia la maggior diversità di provenienza dei nostri immigrati rispetto a quelli di altri paesi europei, sia l'apprendimento dell'italiano successivo all'arrivo. Bisogna comunque sottolineare come il tempo trascorso tra l' arrivo e l'avvio della produzione letteraria di questi scrittori sia piuttosto breve.
La varia provenienza degli immigrati determina un panorama letterario non omogeneo, dove non è possibile raggruppare gli autori all'interno di comuni identità e stili. Tuttavia si individuano alcune tematiche prevalenti, quali il racconto autobiografico, il viaggio, le difficoltà dell'integrazione nel nuovo paese, la nostalgia per la propria terra e la condizione di scrittore senza patria, che non trova la sua identità né nel paese d'origine né in quello di destinazione.
Le prime opere in italiano di immigrati sono state scritte nel 1990 con l'aiuto di scrittori italiani, come Io, venditore di elefanti, scritto dal senegalese Pap Khouma insieme al giornalista Oreste Pivetta e Immigrato del tunisino Salah Methnani con Mario Fortunato.
Un'alta percentuale di autori immigrati in Italia proviene dell'est europeo, in particolare dall'Albania e dalla Romania; Ron Kubati, autore di Va e non torna, è il narratore albanese più noto in Italia.
Quantitativamente rilevante è anche la produzione di scrittori africani provenienti dalle zone del Maghreb -Algeria, Tunisia, Marocco, Mauritania e Libia- da diversi paesi dell'Africa subsahariana e dalle ex colonie italiane in Africa orientale; oltre ai già citati Pap Khouma e Salah Methnani, ricordiamo il marocchino Mohamed Bouchane con Chiamatemi Alì, e il somalo Garane Garane con Il latte è buono.
Tra gli autori arabi dell'Asia mediterranea o del vicino Oriente frequenti sono anche le tematiche relative alla condizione della donna, come negli scrittori palestinesi Salwa Salem, Ranja Hamad, Rula Jebreal e Muin Madih Marsi; ricordiamo inoltre lo scrittore e giornalista iraniano da noi più conosciuto, Bijan Zarmandili.
La maggior parte degli autori provenienti dall'America Latina che oggi vivono in Italia è di origine brasiliana, tra questi Heleno Oliveira e Christiana de Caldas Brito.
All'interno dell'editoria italiana sono pochi gli editori che hanno dedicato specifiche collane editoriali alla letteratura italiana della migrazione e si tratta comunque di piccole case editrici, come Fara, Kronos, Besa e Cosmo Iannone. La maggior parte delle case editrici, grandi o piccole, hanno pubblicato solo occasionalmente opere di questi autori, che sembra siano accolti, tranne alcune eccezioni, con una sostanziale indifferenza dal mondo letterario istituzionale.
Tra le iniziative volte a promuovere questa letteratura, il premio letterario per scrittori immigrati, creato nel 1995 dall'associazione culturale Esk&Tra, divenuta poi editrice dei testi premiati.

Per la rubrica Multicultura - Numero 74 settembre 2008