Continuando ad avvicinarci alle sorti dei musicisti nel nostro territorio dei Castelli, per cercare di capire da dove nascono le notevoli difficoltà d'affermazione professionale e se sia possibile proporre alternative, abbiamo parlato con Andrea Di Persio, musicista e direttore artistico del locale "Geronimo's pub" di Marino.
Come molti sanno, il Geronimo's propone una programmazione di musica live basata sulle esibizioni di Tribute band di gruppi e cantanti famosi, una "moda" diffusa e di richiamo per il pubblico. Il locale ha tentato anche l'allestimento di serate con repertori di musica originale, ma dal punto di vista commerciale si sono rivelate un insuccesso: come ci spiega Di Persio, la musica d'autore del gruppo non conosciuto non riempie i locali e il pubblico di questi concerti è spesso limitato ai parenti ed amici dei musicisti, per cui anche la band non ha modo di confrontarsi realmente con il grande pubblico. Per questo, locali come il Geronimo's, che in estate può ospitare fino a 1200-1300 persone, devono sottostare alle richieste del pubblico, che preferisce ascoltare ciò che gli è già familiare. Questa è la realtà di tutti i locali, essendo delle imprese commerciali. Diversa è la situazione per gli spazi che nascono come "associazioni culturali", che dovrebbero ricevere delle sovvenzioni e quindi operare non con una logica commerciale, ma con l'intento di incoraggiare la musica d'autore.
La difficoltà della musica d'autore e dei repertori originali a trovare i propri spazi e soprattutto i propri riscontri, è una condizione pressoché simile in tutta Italia, ma particolarmente esasperata nel Centro e a Roma; rimane comunque un fenomeno di "nicchia".
È possibile invertire questa tendenza ed "educare" il pubblico ad un ascolto più raffinato, meno superficiale e soggetto alle mode del momento? Sembrerebbe proprio di no nella società italiana di oggi. Come ci dice Andrea Di Persio, per cambiare questa situazione, dovrebbe cambiare la stessa mentalità italiana, a partire proprio dall'istruzione. In Italia il musicista viene visto da molti come un "perditempo", colui che insegue un mondo lontano dalla realtà pratica, la cui carriera non viene considerata alla pari di altre professioni più "serie", e non riceve nessun supporto da parte dello Stato nella sua formazione professionale, le scuole di musica costano e sono pertanto accessibili solo a chi può permettersele.
Eppure basta uscire appena fuori dall'Italia per trovare una realtà completamente differente. Negli altri paesi europei, come in Svizzera, Francia, Belgio, Gran Bretagna, Spagna, Austria e Germania esiste una ben diversa considerazione del musicista professionista. Qui il talento viene incoraggiato, riceve supporto per la formazione e trova l'approvazione del pubblico. Basti pensare che in Irlanda, per fare un esempio, il musicista disoccupato riceve una sovvenzione di circa 900€ al mese. In Italia è impensabile qualcosa del genere. In definitiva anche Di Persio si sente di consigliare ai giovani musicisti di non rimanere nel nostro paese, ma di confrontarsi con la mentalità europea, che può realmente gratificare il talento musicale.
Professione musica: piccoli spunti su cui riflettere
Per la rubrica
Musica
- Numero 74 settembre 2008