Un territorio antropizzato non è solo uno spazio geografico, ma è anche il prodotto di trasformazioni prodotte nel corso dei secoli dalle comunità che lo hanno abitato. Tali trasformazioni ci permettono di leggere gli eventi del passato e di elaborare strategie di sviluppo per il futuro.
L'area che comprende i 17 comuni dei Castelli Romani è caratterizzata da una grande ricchezza di emergenze culturali e naturali. Il Vulcano laziale, che costituisce la struttura geologica del territorio, ha modellato, nel corso dei millenni, l'attuale paesaggio dal quale emergono il lago Albano e del lago di Nemi, motivo di forte attrazione turistica nei confronti del bacino romano.
Storicamente il rapporto con l'area di Roma ha sempre evidenziato, anche se in forme diverse nel tempo, alcune costanti, come l'attrazione esercitata dai Castelli Romani nei confronti dell'Urbe soprattutto per forme di turismo stagionale, iniziato con le ville dell'epoca dei Romani, continuata con le ville e i palazzi che dal '500 ospiteranno la nobiltà romana, fino all'attuale turismo mordi e fuggi, proveniente dalla Capitale, che nei mesi caldi affolla i paesi e i boschi castellani. Anche il sistema viario dell'area castellana ha mantenuto costante nei secoli la sua funzione di ponte tra Roma e i territori del Lazio meridionale.
Nel medioevo, con la nascita del pellegrinaggio in Terra Santa, il territorio dei Castelli fu percorso da viaggiatori che scendevano lungo la via Latina e i tratti agibili della via Appia, ma altrettanto utilizzate erano le strade interne e alternative, quelle maggiormente segnate dalla maggiore sicurezza, dalla brevità del percorso e dalla presenza di qualche santuario. In media i pellegrini riuscivano a percorrere dai 20 ai 25 chilometri giornalieri su terreni pianeggianti. Spesso, per evitare di pagare pedaggi presso posti di blocco, su ponti e strade di città , sceglievano tratturi e sentieri che si discostavano dalle antiche strade consolari e cercavano alloggi presso conventi e santuari.
Nell'ambito di azioni mirate al recupero delle potenzialità turistiche ed economiche delle grandi vie storiche e degli antichi percorsi di pellegrinaggio, la Regione Lazio ha individuato delle strategie atte a favorire la presentazione di progetti, da parte delle API (Aree di Programmazione Integrata) mirati a valorizzare il patrimonio culturale, paesaggistico e ambientale dei territori attraversati dai percorsi delle antiche vie.
Una di queste azioni di valorizzazione territoriale, conosciuta con il nome di Piano di valorizzazione integrata, ha come oggetto il recupero e la rivalutazione delle direttrici di attraversamento del Lazio meridionale e orientale, ricalcando gli antichi tracciati della Via Francigena del Sud. Naturalmente l'opportunità offerta dal tematismo di questo antico percorso di pellegrinaggio, per lo sviluppo integrato del territorio, può e deve essere inserita in una visione più ampia di valorizzazione degli altri tematismi che caratterizzano l'identità dell'area dei Castelli Romani. Altri itinerari, come quelli realizzabili interpretando i tematismi delle Ville, Palazzi e Residenze storiche, delle Vie del sacro, delle Vie d'acqua e dei percorsi naturalistici all'interno del Parco dei Castelli Romani, diventano un'occasione per consentire agli abitanti la scoperta del proprio habitat e per offrire all'indotto turistico un'offerta diversificata e interessante. Questi tematismi mirano a far emergere risorse di interesse ambientale e storico e a proporle ai potenziali utenti per far conoscere loro il territorio dei Castelli in maniera innovativa, con un'ampia proposta turistica derivata dalla ricca scelta degli itinerari.
La caratteristica principale del Piano di valorizzazione integrata è quella di far dialogare e cooperare tra loro realtà territoriali vaste e complesse, esigenza sempre più necessaria in un mondo che vede la diminuzione progressiva delle distanze temporali e culturali.
L'obiettivo finale è quello di elaborare un progetto per la Via Francigena nel quale i soggetti locali e le istituzioni siano in grado di valorizzare il territorio, mettendo in relazione i diversi settori produttivi locali e le diverse offerte turistiche limitrofe, allo scopo di ottimizzare l'interazione con gli altri territori. Ciò può avvenire solo programmando interventi puntuali, nel rispetto degli indirizzi di sviluppo sostenibile delle risorse locali, capaci di far emergere e valorizzare il patrimonio ambientale, paesaggistico, culturale, produttive e sociale.
La via Francigena del Sud
Un itinerario trasversale
Per la rubrica
Archeologia
- Numero 77 dicembre 2008