Intervista a Sidney Neri, presidente dell’Associazione Shangry-La Project – e co-ideatore della compagnia teatrale Gialli per caso
Com’è nata la tua associazione, e quali sono le sue finalità?
L'associazione culturale Shangry-La Project è nata tre anni fa a Ciampino con il fine di promuovere le attività culturali e sociali dei giovani, per una mia idea maturata dopo esser stato rappresentante d'Istituto al Liceo "Volterra”. Quell’esperienza mi ha aperto gli occhi sulla gran voglia che hanno i ragazzi di esprimere le proprie qualità e il proprio estro artistico, sia nella musica che nel teatro e in altri campi. Ci siamo già impegnati sotto vari aspetti, dando una mano ad associazioni giovanili in formazione, aiutandole a pubblicizzare le loro attività, ad avere copertura legale… E abbiamo in progetto la creazione di un database di quanti intendano impegnarsi nel sociale e delle loro competenze specifiche, per metterlo a disposizione delle associazioni stesse. Certo si incontrano diversi ostacoli, per il fatto che, nella percezione comune, si pensa che abbiano più bisogno di sostegno, interventi, fondi le associazioni che lavorano con persone che hanno una difficoltà evidente: mentre la nostra associazione lavora con persone che - in teoria - di difficoltà evidenti non ne hanno, perché l'idea è quella di fare “prevenzione”, sfruttare la voglia di fare dei ragazzi per impegnarli sul territorio in qualcosa di costruttivo. Ora ad esempio stiamo facendo uno screening nelle scuole dei Castelli Romani per farne emergere i gruppi musicali giovanili e organizzare delle attività.
Qual è invece l'attività principale del gruppo “Gialli per caso”?
Si tratta, da giugno dell’anno scorso, del gruppo teatrale “ufficiale” di Shangry-La Project. Il suo "cavallo di battaglia" è la cena con delitto: cena al tavolo o a buffet, seguita da uno spettacolo teatrale “in giallo”. Il tutto avviene in tempo reale: si comincia con la polizia che è appena arrivata sulla scena del delitto - viene ricostruito il ritrovamento della persona morta - e da quel momento in poi il pubblico segue passo passo le indagini e vi partecipa attivamente: gli indizi raccolti vengono dati, in forma cartacea, a tutti i tavoli, e gran parte dello spettacolo consiste negli interrogatori dei sospettati - tutti attori della compagnia - fatti direttamente dal pubblico. Selezionata la squadra vincitrice, il commissario spiega come sono andate realmente le cose, e tutto si conclude con la confessione dell'assassino. Dopo di che si premia il tavolo vincente…Lo spettacolo dura circa tre ore, ovviamente non tutte tenute su una corda drammatica: viene dato molto spazio ad un’interazione scherzosa al limite del cabaret…
A livello pratico come sono cominciate le "cene con delitto”? E oggi come organizzate una serata?
Abbiamo iniziato a Ciampino quasi per gioco nel locale dell'associazione culturale Verso Sera; poi, tra spettatori e conoscenti, la voce si è sparsa rapidamente. Ora ci sono dei ristoranti con cui siamo in contatto diretto, e una serie di cene/spettacolo prefissate e messe nel loro (e nostro) "calendario". La sala e il menu sono curati dal ristorante che ospita lo spettacolo, anche se noi ci accertiamo sempre prima della qualità del servizio per garantire una serata di alto livello anche da quel punto di vista. I clienti prenotano contattando noi (dal nostro sito www.giallipercaso.it) o hanno rapporti direttamente con il locale.
Che "spettatori" avete (età, professione…)?
In linea di massima, la fascia più ampia è costituita da persone tra i 27/28 anni e i 37/38; ma vengono anche persone più grandi, e ragazzi più giovani. Come "tipo" di persone… di tutto… dalle persone che non ti aspetteresti mai a poliziotti e commissari di polizia!
Chi si occupa dei testi? E quanti sono gli attori?
Gli autori siamo io e Silvia Fattori. Sono tutte storie originali. Scrivere questi spettacoli posso è forse un po' più difficile che scrivere un giallo, perché in un giallo normale puoi puntare tutto sul colpo di scena finale, qui invece la soluzione deve essere costruita.
Gli attori al momento sono otto, più noi due. Per una serata in linea di massima servono dai sei ai dieci attori; per il format pomeridiano del tè (“tè con delitto”!), che è più breve, ne bastano quattro.
Si può parlare di un vero e proprio lavoro?
Sì, lo sta diventando, e in pochissimo tempo. Siamo partiti a giugno del 2005… e ogni mese c'era qualcosa in più. I nostri primi spettacoli - pubblicizzati in maniera minima - hanno registrato il tutto esaurito. Poi, tra contatti con locali e incontri inaspettati, ci siamo trovati ad avere sempre più richieste… Alcune storie le abbiamo scritte in una settimana e provate la settimana successiva… Quindi impegno sempre più intenso ma anche tanta soddisfazione. Se non è proprio un "lavoro" (io vivo ancora in famiglia, ho 22 anni, frequento l’Università), è sicuramente la mia attività principale, per il momento poco remunerativa, ma si vedono buone prospettive. Innanzitutto siamo un gruppo di persone che stanno bene insieme… Ma siamo anche alla ricerca di altri attori da far entrare nella compagnia.
Secondo te cosa danno le vostre performance alle persone? a che si deve - a parte la vostra bravura - tanto successo?
Sicuramente, al farli ridere. Le persone si immedesimano, si sfottono tra di loro, si conoscono (perché spesso i tavoli si formano lì per lì, non solo tra amici)… L’interazione tra pubblico e attori genera gag spassosissime. Poi ci sono i gialli, che sono un gioco in cui la mente dell’ autore viene messa in gara con la mente del lettore - o, nel nostro caso, dello spettatore: le persone che vengono sanno che noi (autori) abbiamo creato un giallo che è risolvibile, e che gli diamo tutte le chiavi per poterlo risolvere (e alla fine lo dimostriamo). Per cui… quasi si può dire che torni più chi perde che chi vince… Chi perde torna per la sfida!
Sviluppi futuri?
Se ne vedono tutti i giorni. Ci hanno contattato da Milano, da Monza, da Firenze, dove abbiamo già fatto due spettacoli; siamo stati inseriti nella guida gialli e noir di Supereva; ci muoviamo bene su internet… E c’è un buon inizio di pubblicità sui giornali (per ora Roma c'è e Leggo).
Ora stiamo lanciando due format “inediti”: la giornata in giallo (murder day) e una serata in cui bisogna salvare una persona rapita. Mentre nella cena con delitto - e nel tè con delitto - alcune cose (che sono spesso elementi chiave per risolvere il giallo) vengono raccontate in flashback, nella giornata in giallo tutto avviene in tempo reale, compreso il ritrovamento della persona morta, e il momento in cui "viene uccisa".
Abbiamo poi in progetto a breve termine uno spettacolo in giallo di stampo prettamente teatrale - che mantenga tuttavia una parte di interattività con il pubblico. Ultimamente siamo stati contattati anche per un reality televisivo, ma è ancora una notizia ufficiosa…
C’è anche da dire che Gialli per caso ha una seconda natura in Silvia Fattori, che si occupa di formazione: per cui stiamo inserendo i nostri format artistici anche all'interno della formazione aziendale!
Differenze rispetto a Roma? Cioè: vivere nei Castelli può essere un vantaggio o uno svantaggio per dei giovani che fanno teatro?
Nel nostro caso, avendo un’attività teatrale così atipica, e movendoci parecchio su internet… non si può parlare di una vera e propria “collocazione”spaziale. E, come “lavoro”… ci troviamo bene un po’ dappertutto. Certo che i Castelli, per la maggior facilità nell’incontrarsi e nel conoscersi, aiutano sicuramente più di una grande città nella formazione di gruppi giovanili. Poi Roma presenta un grosso problema: è vero che ci sono tante sale teatrali, ma è anche vero che una sala teatrale con un cartellone di alto livello, prima di accettare una compagnia deve essere assolutamente certa di quello che fa. Mentre ai Castelli è diverso, si dà più spazio al nuovo, anche per come funzionano i pochi teatri che ci sono: in fondo, basta che gli attori saldino l’affitto della sala… Il che aiuta soprattutto chi sta iniziando.