Frutto dell'appassionato lavoro di ricerca della giornalista e scrittrice Marella Caracciolo Chia, "Una parentesi luminosa" ricostruisce la storia dell'amore segreto tra il pittore futurista Umberto Boccioni e la principessa romana Vittoria Colonna, l'affascinante nobildonna che portava lo stesso nome e cognome della sua antenata poetessa, nata a Marino quattro secoli prima.
La breve ed impetuosa vicenda sentimentale dei protagonisti è rimasta celata in un baule da viaggio chiuso a chiave, ove l'ormai anziana principessa raccolse e riordinò i frammenti di un'intera esistenza. Il baule venne infatti aperto per sua espressa volontà , a distanza di cinquant'anni dalla morte avvenuta a Roma, a Palazzo Orsini, nel 1954. I parenti decisero allora di donarne l'intero contenuto, costituito da materiale eterogeneo (ricordi di famiglia, epistole, foto, inviti, memorie), all'Archivio Caetani di Roma. Il destino fece il resto. Marella Caracciolo Chia, che stava svolgendo una ricerca sullo storico orientalista Leone Caetani di Teano, quindicesimo duca di Sermoneta, marito di Vittoria, dopo aver consultato alcuni fondi archivistici della famiglia alla ricerca di un carteggio intrattenuto tra il duca e la moglie, rinvenne - presso l'archivio Caetani - oltre a numerose epistole che i coniugi si erano scambiati per lunghi anni, anche un plico di ventuno lettere insieme ad alcune foto: si trattava del carteggio segreto tra Umberto Boccioni e Vittoria Colonna. Quando avviene il loro fatidico incontro, la principessa è sposata ormai da quindici anni con Leone Caetani, il matrimonio è stato infatti celebrato a Roma, nel giugno del 1901, nella sfarzosa cornice della Galleria di Palazzo Colonna. Dopo il memorabile avvenimento che sanciva di fatto l'unione di due antichi ed illustri casati da sempre rivali, gli sposi trascorrono la luna di miele di quindici giorni in una elegante villa rinascimentale di Frascati. In seguito le loro vite sembrano scorrere parallelamente, senza mai incontrarsi: lei amante dell'arte e della musica, dedita ai viaggi e ai divertimenti, perennemente in fuga dall'opprimente atmosfera di Palazzo Caetani, lui impegnato negli studi di islamistica e nella cura dei vasti possedimenti nella Pianura Pontina. Nel giugno del 1916, mentre imperversano i tragici eventi della prima guerra mondiale, Vittoria si trasferisce come d'abitudine, nella villa all'Isola di San Giovanni, sul Lago Maggiore. In compagnia del figlio Onorato e di pochi domestici, trascorre le sue giornate profondendo le sue energie nella cura e nell'allestimento del giardino, mentre Leone combatte al fronte. Boccioni, in congedo dopo aver trascorso circa sei mesi in trincea come volontario, si trova anche lui sul lago Maggiore, a Villa San Remigio, dove è stato chiamato dall'amico Ferruccio Busoni, insigne pianista e compositore; entrambi sono ospiti dei marchesi Silvio e Sofia della Valle di Casanova. L'incontro fatale fra Umberto e Vittoria avviene proprio durante un ricevimento organizzato dai marchesi: da quel momento ha inizio un'assidua frequentazione che porterà il pittore a soggiornare per ben due volte all'Isolino. Ma la "parentesi luminosa" si interrompe due mesi dopo. Il pittore viene richiamato alle armi. Morirà improvvisamente il 17 agosto; la sua morte non è arrivata combattendo sul campo di battaglia, come probabilmente ci si sarebbe aspettati, ma in seguito ad una caduta da cavallo. Nel suo portafoglio viene rinvenuta l'ultima lettera ricevuta da Vittoria, datata 6 agosto, pegno di una storia d'amore breve e indimenticabile.
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Marella Caracciolo Chia.
Una parentesi luminosa. L'amore segreto fra Umberto Boccioni e Vittoria Colonna.
Milano, Adelphi, 2008