RIVISTA D'AREA DEI CASTELLI ROMANI

Eventi

La fiera di Grottaferrata in “L’Illustrazione Italiana”, III, (24), 9 aprile 1876

Chi esce da Roma per porta San Giovanni, dopo un buon tratto di via trova un bivio: se piglia a destra, va per Ariccia a Genzano, Nemi ed Albano; se a sinistra, giunge a Frascati. Ad un certo punto della strada di Frascati, poco prima di arrivare, una strada secondaria lo mena a Grottaferrata, villaggio rinomato pel vin buono, per le porchette arrosto, per le due fiere annuali e per la sua antica abbazia colla chiesa decorata di pitture del Domenichino.
Il pittore Aurelio Tiratelli, che non è una conoscenza nuova pei lettori dell’ILLUSTRAZIONE, ci manda la riproduzione di un suo quadro La fiera di Grottaferrata, nel quale è rappresentata la scena che s’offre a chi s’affaccia al piano di contro ai colli Tuscolani.
Com’è facile vedere dal quadro, la fiera è un gran mercato di prodotti agricoli, il bestiame vi ha la massima parte, in bovi, vaccine e maiali. Da Roma dei caffettieri e dei ristoratori vengono a piantare le loro tende nel piano di Grottaferrata; saltimbanchi, giocolieri, domatori di belve, donne colla barba, ecc., vi danno spettacoli, e, montati su carrettelle leggiere, i popolani di Roma vi affluiscono a brigate allegre e numerose, per mangiarvi le porchette da latte cotte al forno con succulenti ripieni, e ritornarsene più o meno brilli a darsi la polvere, rovesciarsi nei fossi, fare a gara di ronzini, rientrando nella città eterna con mazzi, ghirlande e corone di fiori.
Tale è la fiera di Grottaferrata, che aveva luogo tre settimane fa. Il Tiratelli lo ha ritratta dal punto di vista d’un gruppo di contadini che fanno i lor conti sui risultati del mercato. La nostra incisione riproduce fedelmente il quadro, e non ha bisogno di altri commenti. Luce, sfondi, vita, semplicità di composizione, sono i meriti emergenti di questo quadro, come di tutti i lavori del Tiratelli, che nella scuola romana ha saputo conquistarsi un posto distinto.
Per la rubrica Eventi - Numero 60 marzo 2007