Finalista del Booker Prize nel 2004, "Cucinare col Fernet Branca" è un romanzo gastronomico stilisticamente originale e dalla trama accattivante. Protagonista delle esilaranti avventure è Gerald Samper, uno scrittore misantropo e appassionato di cucina, che fuggito dai clamori del mondo, si rifugia in un isolato casolare in Toscana, dove oltre a coltivare la sua attività letteraria, crea e sperimenta numerosi piatti di cucina con ingredienti che potremmo definire a dir poco azzardati. Fin qui sembrerebbe tutto abbastanza normale; ma l'estemporanea apparizione di una vicina di casa invadente e chiassosa, lo costringe a dar inizio ad una lotta senza esclusione di colpi, per la riconquista dell'agognata tranquillità . E quale rifugio migliore alle ripetute intrusioni di Marta, della cucina, dove creatività e genialità si fondono in un perfetto connubio. E allora ecco materializzarsi piatti unici la cui ricetta diviene quasi componimento letterario: versi, poesie gastronomiche che ci svelano dosi e ingredienti, perché non è da tutti saper preparare e soprattutto apprezzare una "Torta aliena", delle cozze al cioccolato, una lampreda allo sherry o un rinfrescante "Gelato all'aglio e Fernet Branca"...
[...] La mattina dopo mi sveglio in vena di malignità , punto sul vivo all'idea di essermi fatto incastrare per la cena dall'orrida Marta mentre ero sotto l'effetto del Fernet Branca. Data la mia educazione comme il faut sono incapace di accettare un invito, anche se indesiderato, senza presentarmi con uno straccio di qualcosa, così mi tocca pensare a un regalo. Grazie a Dio vado da solo. Certe volte, quando ci sono altri, capita di imbattersi in uno sgradevole spirito di competizione contributiva dove ognuno si sente obbligato a spendere molto di più di quanto avrebbe voluto. Si tratta di una sindrome storicamente accertata, lo sanno tutti. Andando a Betlemme, un Re Mago da solo si sarebbe probabilmente presentato con una scatola di After Eight, mentre tre Re Magi in viaggio insieme hanno finito per ritrovarsi carichi di oro, incenso e mirra a meditare avviliti sui loro conti in rosso. E ora lo scherzetto maligno. Cosa può essere? Rossini, aiutami tu! E lui mi aiuta, Dio lo benedica. Poche battute di "Vedi la data indicata" e mi viene in mente che anche lui era un cuoco eccellente, inventore di numerosi piatti originali (tournedos alla Rossini, tanto per dirne uno), e che aveva una predilezione per il gelato. Gelato, eh? Fa caldo in Toscana alla fine di giugno, anche qui sulla montagna, quindi decido che più di tanto non posso sbagliare presentandomi a un invito a cena con del gelato fatto in casa. Ma decido pure che ci vuole qualcosa di punitivo, per far capire a Marta che questi inviti tra vicini non devono diventare un'abitudine. Niente di più appropriato, quindi, che un
Gelato all'aglio e Fernet Branca
Ingredienti
15 grossi spicchi d'aglio
150 gr di zucchero granulato
4 cucchiai di panna liquida fredda
1 bicchiere di Fernet Branca
Mettete l'aglio e lo zucchero nel frullatore e versateci sopra quanto rimane di una bottiglia di Fernet Branca con l'etichetta macchiata di vernice. Ciò darà come risultato un curioso composto color Iodex, linimento a base di estratto d'alghe che i lettori più anziani ricorderanno come rimedio che i compagni di scuola sportivi avevano l'abitudine di spalmarsi sui muscoli indolenziti. Sbattete la panna, ma solo fino a quando comincia a montare. Poi mescolatela con la poltiglia di Iodex. Assumerà un'appetitosa sfumatura tanè, mentre la pungente fragranza all'aglio vi farà venire le lacrime agli occhi. Eccellente. Mettete il tutto in una caraffa e lasciatelo riposare in frigidaire per un'ora. Poi trasferitelo nella gelatiera e procedete come di consueto. Se andate a cena da qualcuno - di cui sareste lieti di apprendere la morte nel corso della giornata - togliete il gelato dalla gelatiera al momento di uscire di casa. Avrà la consistenza di un mattone, ma per le dieci di sera si sarà ammorbidito abbastanza da fare la sua bella figura come dessert. Se, dopo, lei vi invita ancora, il vostro problema è molto più grosso di quanto pensavate. Ah, ci sta benissimo anche una spolverata di finocchio per guarnire il tutto...
[...] Sembra che le cose si stiano mettendo bene. Sono passati due giorni dalla nostra cena e ancora nessun segno di Marta. Lo considero un trionfo culinario: l'uso ingegnoso del cibo come arma d'attacco. Il gelato all'aglio e Fernet Branca non sarà forse molto raffinato, ma è molto efficace e ho la sensazione, avendovi dato la ricetta, di avervi messo in mano la versione pacifista della famosa 44 Magnum di Clint Eastwood. "Fammi onore, Marta" devo aver detto, e con mia grande sorpresa lei mi ha onorato prendendone tre massicce porzioni. Se fossi un bravo vicino, a quest'ora sarei già stato da lei per assicurarmi che sia ancora viva, ma non lo sono, quindi non l'ho fatto...
James Hamilton-Paterson, Cucinare col Fernet Branca, Roma, Edizioni e/o, 2006