Con "Boccamurata" Simonetta Agnello Hornby, conclude la trilogia di romanzi ambientati nella sua terra d'origine, la Sicilia. Un viaggio iniziato con la "Mennulara", l'avvincente storia della raccoglitrice di mandorle, domestica della famiglia Alfallipe, - proseguito con "La zia marchesa", splendido ritratto di una donna spregiudicata e anticonformista vissuta nella Sicilia di fine Ottocento - e completato con "Boccamurata", un'immersione nelle atmosfere moderne di un'isola in perenne evoluzione e trasformazione. In tutti e tre i romanzi si snodano appassionanti saghe famigliari, dominate da intense e intrepide figure femminili. Anche in "Boccamurata" del resto, l'intrigante ricostruzione del passato della zia Rachele regge interamente la "scena", sebbene in principio il protagonista del racconto sia in realtà un personaggio maschile. La storia prende inizio da una "apparentemente serena" riunione di famiglia: il pranzo organizzato in occasione del sessantesimo compleanno di Tito. Quest'ultimo incarna la figura del "pater familias", di colui che vigila sull'unità del nucleo famigliare e ne amministra con diligenza l'ingente patrimonio costituito da un rinomato pastificio. Ma l'azienda, emblema di prestigio e centro di potere economico, è terreno di scontri e incomprensioni, rancori e gelosie tra i figli. La sua è una famiglia ormai in crisi, e l'unica certezza, l'approdo sicuro nel mare in tempesta, è lei, la zia Rachele, la donna che l'ha cresciuto, rinunciando per questo a "vivere" la propria vita. Tito infatti non ha mai conosciuto la propria madre: il ricordo di lei sopravvive soltanto nelle poche parole pronunciate dal padre prima di riaccompagnarlo in collegio o nelle crudeli dicerie circolate in paese. Chi è sua madre? E' questo l'interrogativo che attende ancora una risposta, purtroppo mai arrivata. Ma Dante Attanasio - figlio di una ex compagna di collegio della zia Rachele - giunto in Sicilia per realizzare un servizio fotografico insieme alla conturbante Irina, rivela a Tito di aver ricevuto dalla propria madre in punto di morte, un epistolario da consegnare a Rachele. E' questo il nodo cruciale della narrazione: da qui si dipana la storia di un amore incommensurabile, di un segreto gelosamente custodito per più di cinquant'anni. Al racconto fanno da sfondo splendidi paesaggi naturali: "di terra, sabbia e mare" come quelli della casa di Torrenuova", impetuosi, come i coni eruttivi di gas e fango de "Le Macalube" o lussureggianti come "il bosco del silente addio"...
Un goloso assaggio letterario: "La torta di ciliegie".
"È arrivato il nonno! Possiamo mangiare la torta!" Le nipotine lo accolsero giubilanti. Mariola portava dalla cucina la torta di ciliegie. Il tavolo del giardino era stato rapidamente sgombrato e Mariola piazzò il piatto nel centro. Sonia la seguiva con un vassoio colmo di piattini, tovaglioli, posate e bicchieri. Le bambine avevano gli occhi puntati sulla torta, impazienti. Daniela, la piccola di Elisa, batteva i piedi, una mano appoggiata al bordo del tavolo, mentre con l'altra tentava di raggiungere il piatto. Appena tiepida, la torta sprigionava l'aroma di vaniglia e della buccia di limone, irresistibile. Durante la cottura l'impasto era lievitato e, montando, aveva spinto in superficie le ciliegie prive di nocciolo - erano una accanto all'altra, in mezzo alla pasta soffice e dorata. Mariola era meticolosa e le aveva disposte in cerchi concentrici; a cottura avvenuta, aveva cosparso il dolce con lo zucchero vanigliato. "Aspettate il vostro turno, bambine, devo tagliarla con attenzione, il dentro è morbido ... proprio come piace al nonno," diceva Mariola, e con un timido sorriso servì il marito per primo, come se volesse farsi perdonare. Figlie e nipoti mangiavano golose. Mariola le guardava e sembrava soddisfatta. Forzatamente disinvolta, Elisa rideva a sproposito, spingendo i capelli indietro; evitava di incrociare gli occhi della sorella e lanciava al padre sguardi di sfida. Teresa, pallida, aveva le occhiaie e il sorriso tirato. "A me non monta bene come la tua, eppure la ricetta è la stessa," diceva Teresa, sollevando la forchetta, "il centro mi viene sempre crudigno ..." "Devi battere a neve gli albumi, e non aprire il forno per controllare la cottura. Aspetta per tutti i quaranta minuti prescritti nel quaderno delle ricette della zia. Lo ha copiato con attenzione, saranno le stesse parole... segui alla lettera, e verrà bene!" disse la madre. Poi aggiunse, con un sorrisetto: "Me la ricordo, quando te lo preparava... scriveva sul quaderno per pomeriggi interi, nella fretta di consegnartelo prima del matrimonio. Vedrai che ti riuscirà. Anch'io, da sposina, avevo dei problemi: ero impaziente, allora!". "A me riesce benissimo, faccio come mi ha insegnato la zia, e funziona! Con Antonio e con le bambine, funziona!" diceva Elisa. "Che significa, che con quelli 'funziona' ?" Teresa era tesa, ma porse la domanda con levità. "La zia mi ha raccontato che, quando mamma era fidanzata, lei le raccomandò di preparare questa torta per papà, ogni volta che lo vedeva di malumore, e così gli sarebbe passato. Vero è, papà?" Elisa guardava il padre con un accenno di malizia. "A me non l'hanno mai detto, nessuna delle due," commentò Tito, laconico, e si riempì la bocca di dolce. Mariola annuì. "Così diceva la zia... funziona con grandi e picciriddi ..." [...]
Simonetta Agnello Hornby, Boccamurata, Milano, Feltrinelli, 2007
La ricetta
Torta di ciliegie
Ingredienti: 200 g di farina, 200 g di burro, 200 g di zucchero, 4 uova, 350 g di ciliegie; 1 bustina di lievito per dolci; scorza grattugiata di 1 limone; zucchero a velo vanigliato; 1 pizzico di sale.
Preparazione: Lavate e denocciolate le ciliegie. Lavorate il burro con lo zucchero, quindi incorporate i tuorli aggiungendone uno alla volta.
Unite al composto ottenuto, la farina setacciata, il lievito e la scorza di limone. Infine addizionate gli albumi, montati a neve ben ferma con l'aggiunta di un pizzico di sale. Versate l'impasto, che deve risultare privo di grumi, in una teglia circolare precedentemente imburrata e infarinata del diametro di 24 cm. Collocate quindi sull'intera superficie le ciliegie avendo cura di porle ben ravvicinate tra di loro e premendole bene sull'impasto. Fate cuocere in forno preriscaldato per circa 30-40 minuti. Servite il dolce spolverizzato con zucchero a velo.
Il ciliegio
Il ciliegio è una pianta arborea del genere Prunus, appartenente alla famiglia delle Rosacee. Proveniente dall'Asia Minore e dal Caucaso ha origini antichissime testimoniate dal rinvenimento di noccioli di ciliegie in numerosi giacimenti di epoca neolitica. La coltura di questa pianta era praticata anche in Egitto e conosciuta sia dai Greci che dai Romani. Notizie sulla coltivazione del ciliegio sono contenute infatti in alcune opere sulle piante del filosofo greco Teofrasto, allievo di Aristotele e nel "De Re Rustica" di Terenzio Varrone che ne descrive dettagliatamente le pratiche di innesto. In seguito Plinio il Vecchio nella sua "Naturalis Historia" compila una sorta di catalogazione delle varietà di ciliegie fino ad allora conosciute. Secondo quest'ultimo la pianta sarebbe stata introdotta in Italia da Lucullo, al ritorno da una delle sue spedizioni in Cappadocia.
Il ciliegio ha foglie lanceolate caduche e fiori di colore bianco raccolti in corimbi. Il frutto è una drupa globosa di dimensioni, colore e consistenza variabili, contenente un nocciolo liscio. Si distinguono due specie: il ciliegio dolce (Prunus avium) e il ciliegio acido (Prunus cerasus). Dal primo derivano le ciliegie duracine (a polpa dolce, dura e croccante) e le tenerine (a polpa dolce e molle); dal secondo, derivano invece le varietà, marasco, amareno e visciolo (dalla polpa sugosa e di sapore acidulo). Esiste anche una specie di ciliegio che produce frutti non commestibili il Prunus mahaleb, conosciuto anche come "Ciliegio di Santa Lucia" o magaleppo, usato come portainnesto in quanto più resistente al freddo. Generalmente sia il ciliegio dolce che quello acido fioriscono a fine aprile contemporaneamente alla emissione delle foglie; la fruttificazione ha luogo dall'ultima decade di maggio a fine giugno.
Curiosità:
- Le ciliegie costituiscono un'ottima fonte di vitamine (A, B, C e PP) sali minerali (potassio, calcio, fosforo, magnesio, manganese, rame, ferro e zinco) e polifenoli. Possiedono notevoli proprietà diuretiche e antiossidanti; il loro consumo è particolarmente indicato nelle diete ipocaloriche e dimagranti per il basso contenuto di grassi e proteine.
- Un ciliegio può produrre dai 10 ai 60 kg di frutti.
- Il legno del ciliegio è particolarmente apprezzato in ebanisteria, nelle lavorazioni eseguite al tornio e nella produzione di oggetti di artigianato.
- Il Cerasus semperflorens è un ciliegio coltivato esclusivamente a scopo ornamentale.
Per saperne di più
bibliografia essenziale
Per le curiosità, la storia, i metodi di coltivazione e l'utilizzo in cucina:
Il ciliegio : storia, coltivazione, ricette / Emilia Valli. - Bologna :
Edagricole, 2001
Sulla ciliegicoltura:
Il ciliegio / Alberto Albertini ... [et al.]. - Roma : Reda, c1981.
Avversità delle drupacee : Albicocco, Ciliegio, Mandorlo, Pesco, Susino :
Guida per il loro riconoscimento / Luigi Marchetti, Carlo Marvasi. - 2. ed. -
Bologna : Edagricole, 1985.
Webgrafia
<http://www.cittadelleciliege.it> (Sito dell'Associazione Nazionale "Città delle ciliegie" per promuovere ed incentivare la ciliegicoltura.)
Della stessa autrice da non perdere:
La mennulara / Simonetta Agnello Hornby. - Milano : Feltrinelli, 2002.
La zia marchesa / Simonetta Agnello Hornby. - Milano : F